OSPEDALE PSICHIATRICO DI TERAMO Storia della Sanità Locale
OSPEDALE PSICHIATRICO DI TERAMOStoria della Sanità Locale

L'ORFANOTROFIO MASCHILE

di Fabrizio Primoli

 

Parallelamente a quanto in essere per le fanciulle, per le quali era già operante in Città l'Orfanotrofio San Carlo, divenuto dal 7 settembre 1879 Orfanotrofio femminile Regina Margherita, venne avvertita subito dopo l'Unità Nazionale l'esigenza di dotare il territorio di un analogo Istituto finalizzato all'accoglienza e all'educazione dei fanciulli.

 

L'iniziativa fu assunta dalla Congregazione di carità che nel 1872, all'interno dei locali del complesso di Porta Melatina, che ospitava già l'Ospizio Civile di Sant'Antonio Abate, istituì un «ricovero di fanciulli orfani abbandonati», che nel corso del 1889, sfruttando gli introiti derivanti dall'ammissione dei pazienti alla Sezione psichiatrica dell'Ospizio, istituita nel luglio 1881, conobbe un grande sviluppo.

 

Su impulso del Comune di Teramo, che nella seduta consiliare del 30 ottobre 1884 propose di separare formalmente questa nuova struttura dall'Ospizio Civile, logisticamente e giuridicamente, si stabilì di mutare la denominazione dell'Istituto in Orfanotrofio maschile comunale, aprendo altresì una raccolta di fondi per provvedere ad una congrua sistemazione in sede differente rispetto al complesso di Sant'Antonio Abate. Una cospicua donazione effettuata il 29 giugno 1884 da Domenico Savini, padre dello storico Francesco Savini e presidente della Congregazione di carità dal 1862 al 1870, contribuì per la somma di  20.000 lire allo scopo. Alle donazioni si unirono anche il canonico Giacinto Pannella (50 lire), il Comune di Teramo (8400 lire), Francesco Savini (che destinò la rendita annua di 720 lire al mantenimento di quattro orfani), la Banca mutua popolare (380 lire) e l'Amministrazione provinciale di Teramo.

 

Con deliberazione del 24 maggio 1887, la Congregazione di carità dispose quindi il trasferimento della struttura in una serie di fabbricati di sua proprietà, appositamente ampliati e sistemati, posti all'estremità del Corso di Porta Romana. Nel corso degli anni, rivelandosi insufficienti anche questi nuovi locali per le esigenze dell'Orfanotrofio, al cui interno la Congregazione volle aprire un prima Scuola di arti e mestieri, si stabilì di acquistare e collegare opportunamente nuovi fabbricati limitrofi, ampliando dunque la superficie utile del complesso. Al primo piano del complesso venne inoltre realizzata una splendida cappella.

 

Nonostante le numerose donazioni, le spese principali del funzionamento dell'Orfanotrofio continuarono tuttavia ad essere sostenute dalla Congregazione di carità. Con regio decreto del 12 novembre 1911 l'Istituto venne costituito in ente morale, sotto l'amministrazione della citata Congregazione, che gli destinò un fondo specifico prelevato dagli introiti derivanti dal funzionamento della Sezione psichiatrica dell'Ospizio di Sant'Antonio Abate.

 

L'inaugurazione formale del'Istituto, che venne ad assumere la denominazione di Orfanotrofio maschile comunale Umberto I, avvenne il 7 luglio 1901, con una fastosa cerimonia che durò per una intera giornata: le cronache del tempo riportarono la presenza di un folto pubblico «fra cui molte gentili signore e signorine». I discorsi inaugurali furono tenuti da Francesco Savini, dal Vescovo, da Domenico Paris e da Berardo Mezucelli. In serata, i festeggiamenti proseguirono con «il lancio di palloni aerostatici e le musiche eseguite dalle bande di Atri e di Penne, e finalmente l’incendio pirotecnico del Castello Della Monica».

 

Al momento dell'inaugurazione formale, l'Orfanotrofio accoglieva già 54 fanciulli. A ricordo di ciò, all’ingresso della struttura il Comune di Teramo volle far apporre una lapide recante il seguente testo:

 

 

LA CONGREGAZIONE DI CARITÀ

DANDO ABITAZIONE SANA, DECOROSA E GIARDINO

DA ALLOGARE OFFICINA E SCUOLE

PROVVEDE CON SICURA SPERANZA DI CRESCENTE PROSPERITÀ

AL MANTENIMENTO E ALL'EDUCAZIONE

DI 54 GIOVINETTI

CHE LA SORTE FRODÒ

DELLE AMOROSE CURE DELLA FAMIGLIA

 

IL COMUNE DI TERAMO POSE

7 LUGLIO MCMI

 

 

L'Orfanotrofio fu preventivamente dotato di un proprio Statuto (approvato dalla Congregazione di carità nella seduta del 16 maggio 1898, poi rivisitato il 22 luglio 1908 e il 9 ottobre 1909) e di un proprio Regolamento (approvato assieme allo Statuto il 16 maggio 1898). Al suo interno vennero altresì istituiti due distinti percorsi scolastici: un primo, consistente nell'istruzione elementare inferiore, e un secondo, di formazione professionale, che poteva aver luogo all'interno dell'Orfanotrofio o all'esterno, in base alle specifiche qualifiche da conseguire e in base alla presenza, o meno, delle officine e dei laboratori nell'ambito della struttura di Porta Romana.

 

Nell'Orfanotrofio vennero dunque aperti, per il momento, i laboratori di musica e di disegno: il primo venne affidato a Riccardo Costantini, già direttore della banda di Teramo, e il secondo venne affidato a Salvatore Di Giuseppe, allievo di Gennaro Della Monica e insegnante presso la Scuola comunale di disegno. Il servizio di portineria e sorveglianza dell'Orfanotrofio venne affidato a Pasquale Campilii.

 

Nel 1902 vennero istituiti altri insegnamenti professionalizzanti: plastica e intaglio (affidato a Raffaele Morganti, anch'esso allievo di Gennaro Della Monica e insegnante presso la Scuola comunale di disegno), falegnameria (affidata a Gaetano Cavacchioli), calzoleria (affidata a Vincenzo Martella dal 1902 al 1904 e successivamente a Gaetano De Fabritiis), sartoria (affidata ad Agostino Cavacchioli), arte fabbrile (affidata ad Achille Di Leonardo) e infine ginnastica (affidata a Giustino D'Alessandro).

 

Per carenza di risorse finanziarie, tuttavia, la Congregazione di carità fu costretta a sopprimere tutti gli insegnamenti professionalizzanti nella seduta del 19 ottobre 1923 e a dirottare gli allievi nelle scuole presenti all'interno della Città. Nello stesso periodo si pervenne altresì alla decisione di ridenominare la struttura, a memoria del principale donatore che contribuì alla sua erezione, in Orfanotrofio maschile Domenico Savini.

 

Con la soppressione della Congregazione di carità e l'istituzione dell'Ente comunale di assistenza, l'Orfanotrofio maschile Domenico Savini venne ad essere ricompreso nell'ambito dell'ente Ospedali ed istituti riuniti di Teramo, che vide la luce nel 1938.

 

Sin dal 1935, tuttavia, era operativo a Teramo un ulteriore, analogo organismo filantropico: si trattava dell'Orfanotrofio maschile eretto dal benefattore Pasquale Ventilj, intitolato Ventilj-Ciotti (in onore della propria sorella, Teresa Ventilj, e del suo consorte Giacinto Ciotti). Questo era ospitato, provvisoriamente, in un villino appositamente acquistato dal fondatore lungo l'attuale Via Taraschi, con l'obiettivo tuttavia di trasferirlo nell'attiguo, imponente edificio, che venne completato soltanto nel 1941, al momento in costruzione.

 

Recependo una modifica statutaria del 1939, il regio decreto del 21 febbraio 1942 sancì definitivamente l'ingresso della Fondazione Pasquale Ventilj, che aveva l'amministrazione dell'Orfanotrofio Ventilj-Ciotti, all'interno della compagine dell'ente Ospedali ed istituti riuniti di Teramo. Quest'ultimo ente, dunque, venne a trovarsi nella singolare situazione di dover gestire due distinti Orfanotrofi maschili (Domenico Savini e Ventilj-Ciotti), distanti l'uno dall'altro poche decine di metri (uno in Corso di Porta Romana e l'altro in Via Taraschi).

 

Si pervenne pertanto alla decisione di aggregare, unificandoli, i due Istituti. L'obiettivo tuttavia non fu raggiunto poiché nel corso del 1942 la Gioventù italiana del littorio requisì d'ufficio il nuovo immobile, completato l'anno precedente, fatto edificare da Pasquale Ventilj per alloggiare il suo Orfanotrofio Ventilj-Ciotti. Al termine del conflitto bellico, l'ente Ospedali ed istituti riuniti (che, come detto, aveva assorbito nel frattempo la Fondazione Pasquale Ventilj), attraverso contenzioso giudiziario, riuscì a rientrare in possesso dell'immobile.

 

Fu pertanto possibile giungere all'auspicata unificazione dei due Orfanotrofi: nacque così il nuovo Orfanotrofio maschile Savini-Ventilj-Ciotti, che fu collocato interamente nell'immobile, appena riottenuto, di Via Taraschi (dove in precedenza aveva trovato collocazione l'Orfanotrofio Ventilj-Ciotti).

 

Sotto l'aspetto gestionale, all'Orfanotrofio era preposto un Direttore, tenuto all'alloggio nella struttura, al quale era affidata autorità sugli allievi e sul personale, costituito da istitutori, prefetti, inservienti, maestri d'arte e dal portiere. Il Direttore era alle immediate dipendenze del presidente della Congregazione di carità e, successivamente alla sua soppressione, degli Ospedali ed istituti riuniti di Teramo. Nell'Orfanotrofio operavano altresì un cappellano e le suore dell'ordine Figlie della carità, già in servizio presso l'Ospizio civile di Sant'Antonio Abate: a queste era affidata l'educazione morale e religiosa dei fanciulli, oltre che, qualora in possesso della prescritta abilitazione, la funzione docente nelle scuole elementari interne.

 

L'accesso all'Orfanotrofio era destinato, come prevedeva lo Statuto, «ai fanciulli di condizioni povere, privi di uno o di entrambi i genitori». Con le successive modifiche dello Statuto, come indicato in precedenza, fu consentito l'accesso di fanciulli «orfani di altri comuni della Provincia». Potevano altresì essere iscritti all'Orfanotrofio anche «fanciulli non poveri e dotati dei genitori», ma sotto forma di «pensionati» e previa corresponsione di una retta mensile. In ogni caso, l'uscita definitiva dall'Istituto era prevista al termine del previsto percorso formativo, successivamente al compimento del diciottesimo anno di età.

 

Già soppressi il 19 ottobre 1923, come ricordato, gli insegnamenti scolastici professionalizzanti furono reintrodotti a far data dal 28 giugno 1948 dagli Ospedali ed istituti riuniti di Teramo: videro così la luce i corsi di disegno, musica, educazione fisica, falegnameria, ebanisteria, tornitura, tipografia, tessitura. Si stabilì inoltre di istituire all'interno dell'Orfanotrofio anche un Collegio per ospitare gli allievi residenti in Provincia che avevano necessità di frequentare, dall'esterno, i corsi professionalizzanti dell'Istituto. La cura religiosa degli allievi fu altresì affidata dal 30 maggio 1949, in sostituzione delle suore Figlie della carità, ai religiosi della congregazione Oblati di Maria Vergine.

 

La progressiva installazione, nell'edificio dell'Orfanotrofio di Via Taraschi, di una serie di divisioni specialistiche afferenti all'Ospedale Civile Giuseppe Mazzini, nel quale non avevano trovato collocazione, diede vita ad un complesso autonomo, denominato padiglione Santo Spirito e rese di fatto non più sufficienti i locali in uso all'Orfanotrofio. L'ente Ospedali ed istituti riuniti decise pertanto, nel corso del 1959, di trasferire l'Orfanotrofio nell'originaria sede di Corso di Porta Romana.

 

Dal 1946, una porzione del complesso fu destinata ad ospitare il Collegio femminile Carolina Ventilj, diretto dalle suore della congregazione delle Figlie dei sacri cuori di Gesù e Maria, affiliata alla struttura generale degli istituti di educazione (Istituto Ravasco) voluti da Eugenia Maria Ravasco nel 1868. Dal 1956, subito dopo il trasferimento del Brefotrofio nella nuova sede di Via Armando Diaz, l'Istituto Ravasco fu spostato nel fabbricato di Viale Cavour, liberando i locali dell'Orfanotrofio a Porta Romana.

 

La presenza dei religiosi della congregazione Oblati di Maria Vergine ebbe tuttavia termine il 15 ottobre 1966, allorché una convenzione sottoscritta tra gli Ospedali ed istituti riuniti di Teramo e la Curia Vescovile affidò l'educazione religiosa degli iscritti direttamente a quest'ultima. La gestione curiale, a sua volta, ebbe termine il 28 giugno 1986 quando la Curia Vescovile rimise la gestione.

 

Gran parte del personale che, sino a qualche decennio fa, operava presso le imprese locali e anche all'interno dell'Azienda sanitaria locale di Teramo (in particolare nei servizi di pulizia, nel laboratorio analisi, nella radiologia, nel guardaroba, nella foresteria, nei magazzini e nella cucina) si formò in questo Istututo.

 

L'Orfanotrofio chiuse definitivamente il 1 ottobre 1986. I locali, ormai vuoti, furono utilizzati provvisoriamente dall'Amministrazione giudiziaria, dall'Unità locale socio-sanitaria di Teramo e dall'Istituto tecnico commerciale per programmatori Blaise Pascal. Trasferiti tali servizi nelle rispettive nuove sedi, i locali un tempo dell'Orfanotrofio sono progressivamente caduti in uno stato di profondo degrado.

L'Ospedale Sanatoriale

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