OSPEDALE PSICHIATRICO DI TERAMO Storia della Sanità Locale
OSPEDALE PSICHIATRICO DI TERAMOStoria della Sanità Locale

LA STRUTTURA

di Fabrizio Primoli

 

Il primo nucleo di quello che oggi è l'Ospedale Psichiatrico venne realizzato, come detto in precedenza, nel 1323; gli ultimi, considerevoli lavori di ampliamento strutturale vennero messi in cantiere nel 1931: stante quindi una serie pressoché infinita di interventi, rimaneggiamenti, ristrutturazioni, sopraelevazioni, costruzioni e modificazioni di varia tipologia, è immediato comprendere perché la struttura del complesso di Sant'Antonio Abate sia così fortemente asimmetrica.

 

L'Ospedale Psichiatrico è articolato in corpi di fabbrica interconnessi che si sviluppano attorno ad un nucleo centrale originario, corrispondente agli edifici che attualmente ospitano l'arco di Porta Melatina e il contiguo arco di Vico delle Recluse (entrambi realizzati nel 1871), nonché la chiesa barocca di Sant'Antonio Abate, cui si legano con collegamenti fortemente asimmetrici 6 padiglioni realizzati in epoche differenti e solo in parte preesistenti, in fase tuttavia assolutamente embrionale, come risulta già nella planimetria catastale registrata nel 1875 e redatta dall'Ing. Giambattista Tonini.

 

Il complesso si sviluppa interamente, ad eccezione di qualche settore, su tre livelli: un piano terra e due piani superiori. In qualche padiglione è presente anche un livello sotterraneo. Due padiglioni ospitano sulla sommità terrazze munite di recinzione metallica, adibite al passeggio dei degenti o ai servizi tecnici dell'Ospedale.

 

Le dimensioni generali della struttura sono immense: circa 32.400 metri quadrati, pari ad una parte considerevolissima del centro storico della Città. Sulla quasi totalità dei padiglioni che ospitavano il transito o la degenza dei ricoverati sono presenti inferriate alle finestre.

 

Le dimensioni dell'Ospedale Psichiatrico sono talmente rilevanti che questo viene a trovarsi circoscritto da ben 6 limiti urbani: Piazzale San Francesco, Via Aurelio Saliceti, Vico delle Recluse, Via di Torre Bruciata, Via del Baluardo, Via Getulio. Da segnalare che Via Aurelio Saliceti, sino agli anni settanta, era di esclusiva pertinenza del complesso ospedaliero e quindi chiusa al traffico, veicolare e pedonale, attraverso una catena.

 

Sin dai primi anni di attività, vennero istituite diverse sezioni interne, a seconda dell'età, del sesso e della gravità delle patologie dei ricoverati, cui corrispondevano settori e padiglioni specifici: vi era il settore dedicato agli uomini, quello dedicato alle donne, quello dedicato ai bambini, quello dedicato ai cosiddetti tranquilli, così come quelli dedicati ai semiagitati e agli agitati. Vi erano, seppure in numero progressivamente decrescente, anche specifiche sezioni di isolamento per i casi più estremi.

 

Più di recente, negli ultimi anni di funzionamento del complesso, furono riorganizzati gli ambiti di attività e di intervento, definendosi pertanto sostanzialmente tre reparti: mentale, neurologico e neuropsicodiagnostico.

 

Nel nucleo centrale originario, risalente almeno storicamente al periodo medioevale, è sito l'ingresso principale dell'Ospedale (così strutturato nel 1871): una targa marmorea posta al di sopra del portone in legno testimonia l'antico utilizzo dell'edificio come sede di ricovero e assistenza ai bisognosi e agli ammalati. Nei pressi di tale ingresso sono posti la portineria, la scalinata principale del complesso, l'ascensore, l'accesso a due cortili interni e l'alloggio delle suore. Sotto l'arco di Porta Melatina, due eleganti cancelli in ferro battuto danno accesso alla camera mortuaria dell'Ospedale, da un lato, e alla chiesa di Sant'Antonio Abate, dall'altro. Quest'ultimo accesso permetteva anche alla cittadinanza di partecipare alle funzioni religiose officiate all'interno dell'Ospedale.

 

La chiesa di Sant'Antonio Abate, oggi decorata in stile tardo barocco e dotata di luminosità ed eleganza straordinarie, fungeva da cappella interna dell'Ospedale. Al primo livello, la vecchia cantoria dell'aula venne adattata a tribuna riservata ai degenti della struttura manicomiale già alla fine del XIX secolo e, al livello successivo, un camminamento permetteva agli interessati un ampio controllo visivo sull'intero ambiente. Accessibile, come detto, sia dall'interno che dall'esterno, è collegata al resto dell'edificio attraverso una scala elicoidale. L'interno dell'aula presenta tre altari, il maggiore del quali è dotato lateralmente di gruppi scultorei rappresentanti la Madonna degli Angeli e l'Arcangelo Gabriele, attribuiti entrambi a Ferrante Di Giulio. Al centro dell'abside era presente una tela settecentesca, oggi trafugata, raffigurante Sant'Antonio Abate in preghiera tra due laici ed un angelo. Al di sopra di ciascuno dei due altari laterali sono presenti medaglioni recanti la dicitura CAP.AP.NUM, evidente richiamo al Capitolo aprutino che gestì, assieme al Vescovo di Teramo, per secoli la struttura. Alla chiesa è tuttora annessa una piccola sacrestia.

 

Nel corso del 1940 il Dott. Luigi Pensieri, Presidente degli Ospedali ed istituti riuniti di Teramo, diede ordine di far apporre sugli edifici di pertinenza dell'ente il simbolo ufficiale che, in virtù di quanto disposto dal decreto  del Capo del Governo del 17 giugno 1940, contraddistingueva «gli edifici consacrati ai culti, alle arti, alle scienze, alla beneficenza, nonché i monumenti storici, gli ospedali civili e altri centri di raccolta di malati e feriti». Il segnale, consistente «in un rettangolo contenuto in campo di colore giallo e diviso, secondo una diagonale, in due triangoli: uno di colore nero e l'altro di colore bianco», venne quindi apposto sui tetti, sulle terrazze e sui muri esterni dell'Ospedale Psichiatrico, del nuovo Ospedale Civile, del Sanatorio e sugli Orfanotrofi, maschile e femminile, della Città.

 

A seguito degli innumerevoli lavori di ampliamento cui furono soggette le strutture del complesso, i padiglioni connessi al nucleo centrale originario presentano date e caratteristiche architettoniche differenti. I padiglioni posti ai lati di Porta Melatina, lungo Via Aurelio Saliceti, vennero strutturati nel 1871 così come appaiono oggi ed ospitano rispettivamente gli uffici tecnici ed amministrativi, la farmacia, la sala operatoria, alcuni ambulatori, la sede della Congregazione di carità (da un lato) e lavanderia, sala del mangano, depositi, studi dei medici e degli infermieri, centrale di asciugatura e prima terrazza (dall'altro). Da segnalare, inoltre, che in origine la lavanderia costituiva un fabbricato a parte, isolato dal resto dell'Ospedale: fu l'allora Direttore Garbini, nella sua relazione del marzo 1919, a segnalare l'opportunità di collegarla agli altri edifici. L'intervento in questione fu peraltro realizzato oltre dieci anni dopo.

 

Su Vico delle Recluse sono posti i padiglioni che ospitano la sacrestia della chiesa interna di Sant'Antonio Abate e alcune camere di degenza, nonché il padiglione destinato a magazzino, sala per la macellazione e la conservazione della carne, realizzata in grotta sotterranea nel 1917, economato, camere di degenza e seconda terrazza.

 

Sullo stesso Vico delle Recluse si apre l'accesso ad un ulteriore cortile interno, un tempo utilizzato anche come orto dell'Ospedale, sul quale sorge un altro padiglione: si tratta del padiglione Giuseppe Cerulli, costituito da una serie di grandi ambienti, tutti concatenati e aperti da varchi allineati su un corridoio centrale comune, privo di interruzioni, e realizzato in luogo defilato poiché destinato all'accoglienza dei pazienti con patologie croniche e collegato al resto del complesso ospedaliero attraverso un'ala semicircolare, già adibita a degenza per i cosiddetti semiagitati e poi riallestita come refettorio.

 

Il padiglione amministrativo, al cui secondo piano sono posti l'ufficio del Direttore, in passato situato al primo piano, e la biblioteca, dà accesso al padiglione dove sono ospitati i laboratori e le officine interne (fabbro, falegname, sarto, panificio ed ulteriori maestranze). Prospiciente, si trova il più grande dei cortili interni, pavimentato con i mattoni derivanti dalla demolizione di alcune celle di isolamento voluta dal Direttore Garbini. Questo cortile interno dà altresì accesso al padiglione delle cucine, eretto in tempi assai più recenti, utilizzate per preparare i pasti non soltanto dell'Ospedale Psichiatrico, ma anche dell'Ospedale Civile.

 

I due corridoi principali del complesso (che collegano i padiglioni amministrativi, gli ambulatori medici e le camere di degenza) sono posti sul Piazzale San Francesco, risultando quindi di grande luminosità. Una quantità notevole di disimpegni, corridoi, scalinate, stanze, depositi completa quindi un complesso di dimensioni eccezionalmente vaste.

 

L'Ospedale Sanatoriale

Ospedale Psichiatrico di Teramo

Sant'Antonio Abate

Via Aurelio Saliceti, 16

64100 Teramo

info@ospedalepsichiatrico.it

PATROCINIO

Regione Abruzzo

Comune di Teramo

Curia Vescovile di Teramo - Atri

ASL di Teramo

Istituto Zooprofilattico di Teramo

Università degli Studi di Teramo

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